Il relatore della riunione tecnica obbligatoria del 20 febbraio 2017 è stato l’assistente arbitrale paolano di Serie A, Salvatore Longo, che tramite la visione di filmati, alcuni con protagonisti giovani arbitri della sezione di Paola, ha trattato la gestione disciplinare, il fuorigioco e la distanza in occasione dei calci di punizione.
Importantissimi i consigli per quanto concerne il disciplinare, tra cui: in ogni occasione mantenere una postura che manifesti sicurezza ai contendenti in campo; rendere il richiamo efficace, senza dilungarsi mai a parlare, altrimenti il direttore di gara appare insicuro delle sue decisioni agli occhi dei calciatori.
Approfondiamo gli argomenti. L’arbitro deve innanzitutto stare attento a tutto ciò che accade sul campo, cercando di smorzare sul nascere qualsiasi criticità. Non bisogna quindi inflazionare il richiamo: poche parole al momento giusto sono sufficienti per renderlo efficace; ogni insistenza comporta una prolungata interruzione di gioco che altro non fa che infervorare gli animi.
Ricordarsi che i cartellini “parlano” da sé: dopo un’ammonizione non c’è più niente da avvisare a chi ha commesso un fallo imprudente o una scorrettezza, perché il responsabile è consapevole che se reitererà il suo comportamento sarà espulso. A maggior ragione chi riceve un cartellino rosso non ha bisogno di prediche o ulteriori avvisi; pur se contesta il provvedimento usando un linguaggio blasfemo, il direttore di gara deve solo attendere che esca dal recinto di gioco ed eventualmente descrivere fedelmente sul referto di gara il comportamento non consono assunto.
Sulle riprese di gioco, ha precisato Salvatore Longo nel prosieguo della riunione, occorre la massima celerità. In caso di provvedimento disciplinare l’interruzione viene prolungata per ovvi motivi, ma non si deve perdere ulteriore tempo.
In occasione della distanza dal punto di battuta di un calcio piazzato un arbitro deve adottare tutti quegli accorgimenti, naturalmente nei primi minuti di gioco, affinché calciatori avversari non ne impediscono la battuta. Trattate altresì, nell’ambito dei calci di punizione dal limite, le criticità in occasione del piazzamento della barriera.
In ultimo un’ampia rispolverata alla Regola 11, il fuorigioco, rammentando la differenza tra giocata e deviazione di un difendente sul pallone indirizzato da un attaccante ad un compagno in posizione irregolare, con la prima che a differenza della seconda sana la posizione stessa.