Cosa rappresenta l’arbitraggio per un giovane, quali sono i punti cardini per la crescita e quale deve essere la giusta reazione dopo prestazioni non brillanti. Sono tra gli argomenti trattati dall’arbitro di Serie C, Mario Vigile, che lo scorso 4 novembre è stato relatore unico a una riunione tecnica della Sezione di Paola. Tralasciati tecnica, atletica e comportamentale il fischietto di Cosenza ha impostato l’interessante lezione sull’aspetto motivazionale, partendo dall’esperienza personale.
“Ho iniziato con niente, le soddisfazioni sono arrivate con il tempo dopo tanto impegno e passione”, ha esordito Mario dinanzi agli attenti associati paolani. “L’arbitraggio è un’esperienza unica di vita, ti consente di frequentare un ambiente dove nascono le migliori amicizie. Quando diventiamo più esperti mettiamo la nostra preparazione sempre al servizio dei colleghi più giovani, con piena umiltà, senza mai dimenticarci come eravamo noi all’inizio”.
Nella sua disamina l’ospite si è soffermato altresì sulle motivazioni, che variano a seconda dell’Organo Tecnico di appartenenza. “Quando siamo designati nelle categorie base c’è poca preparazione alla gara, mentre una volta giunti ai campionati regionali c’è tanta voglia di emergere. In ambito nazionale diventa invece fondamentale la cura dei dettagli, che poi è l’essenza dell’arbitraggio moderno”.
Ma oltre alla scontata preparazione tecnica e atletica di cos’altro ha bisogno un arbitro per crescere? Questa la ricetta di Mario Vigile ai giovani astanti nella sala congressi multimediale della Sezione paolana: “Un importante supporto ce lo forniscono la famiglia e il proprio partner in particolare (Mario si spoglia a luglio 2020, nda), che ci stanno sempre vicino col cuore anche quando fisicamente siamo lontani, impegnati in gare o raduni. Poi il gruppo sezionale, che deve essere sempre affiatato per trasmetterci la giusta carica. Non prendiamo mai con leggerezza i voti non ottimali di organi tecnici e osservatori, aggiungo, perché sono proprio questi che ci aiutano a crescere”.
L’arbitro della CAN C ha continuato la lezione insistendo sulle motivazioni, spronando i ragazzi in platea a non abbattersi mai dinanzi alle difficoltà: “Superate sempre i vostri limiti e sappiate reagire nel modo giusto agli errori, analizzando con cura le prestazioni non brillanti, senza accampare scuse; gli alibi bloccano soltanto il processo di crescita”.
Questa la sua chiosa finale: “Vivete l’arbitraggio come un sogno, non come un’ossessione”.
Mario Vigile è stato accompagnato a Paola dal suo Presidente di Sezione, Franco Scarcelli, che ha rivolto un saluto ai partecipanti alla riunione: “Fate la lotta su voi stessi, non guardate gli altri. Impegnatevi sempre”.
Il Presidente della Sezione paolana, Marco Maiorano, ha rivolto un particolare ringraziamento all’ospite: “Ciò che mi ha colpito maggiormente di quanto ha detto è che la cultura dell’alibi non ci deve appartenere. Il campo parla sempre, l’unica cosa da fare è centrare l’obiettivo lavorando insistentemente, giorno dopo giorno”.
In chiusura il saluto del Presidente regionale Franco Longo, associato paolano: “Mario ha scelto un argomento importantissimo. E come ha sottolineato, quando capita di cadere la cosa importante è rialzarsi, facendo tesoro delle cause che hanno provocato la caduta”.
La visita di Mario Vigile a Paola rientra nel tour per le 11 sezioni della Calabria degli arbitri nazionali della regione, fortemente voluto dal CRA Calabria, che intende sfruttare in pieno queste risorse nella formazione delle giovani leve. Prossimamente saranno relatori nella Sezione paolana anche l’arbitro di Serie D Gianluca Catanzaro, di Catanzaro, e l’arbitro del calcio a 5 nazionale Gaetano Grande, di Rossano.