«Ho conosciuto centinaia di atleti. Alcuni vincenti, altri perdenti. La differenza? I vincenti trovano soluzioni. I perdenti cercano alibi». Con questa massima di Julio Velasco, proiettata in una slide, l’arbitro di Serie D Ermes Cavaliere ha iniziato, da unico relatore, la riunione tecnica del 19 febbraio 2018. Ermes, reduce da un intenso raduno organizzato dalla propria commissione designatrice, la CAN D guidata da Matteo Trefoloni, ha messo il materiale didattico ricevuto, ma soprattutto le proprie competenze, a disposizione dei giovani colleghi regionali e dell’Organo tecnico sezionale.
La lezione iniziata con la massima dell’ex allenatore della nazionale italiana di pallavolo, che ha lasciato il segno in questo sport, è stata quindi di natura motivazionale. A seguire sono state proiettate le caratteristiche di un arbitro top, ovvero le qualità caratteriali / motivazionali: passione, entusiasmo, coraggio, umiltà, sacrificio e resilienza, che Ermes ha commentato con chiarezza e nei particolari.
Ha quindi iniziato con la passione, che «devi cercarla dentro de stesso», perché è già dentro di noi e che si può trasmettere, per poi passare all’entusiasmo. Cioè «gioire di quello che si fa», che rende appagante. Ma per riuscire nell’arbitraggio occorre «coraggio e fiducia in se stessi», che non si traduce «in mancanza di paura, ma nella capacità di vincerla». E per essere grandi, vale nell’AIA così come nella quotidianità, «bisogna prima essere piccoli», «l’umiltà è la base di ogni vera grandezza», come da citazione di Papa Francesco.
Poi gli input, sempre di natura motivazionale: «Per ottenere quello che gli altri non ottengono dovete fare quello che gli altri non fanno!», ha proseguito Ermes riferendosi allo spirito di sacrificio.
Altra importante qualità caratteriale è la resilienza, «l’arte di risalire sulla barca rovesciata; la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino».
«Le difficoltà rafforzano la mente così come il lavoro irrobustisce il corpo», è stata la significativa deduzione.
Successivamente si è passati «a come alimentare il successo», rispettando anche il più grave errore ed accettarlo, «chiedersi perché si è verificato e cosa fare per non ripeterlo». Il tutto in ossequio a questa altra massima: «I vincitori ed i grandi uomini sono coloro che hanno sperimentato l’errore, l’hanno commesso e hanno imparato da esso!».
Ed ancora, ha posto in risalto Ermes attenendosi alle slide, «bisogna essere preparati, conoscere le squadre, conoscere i calciatori e porsi con rispetto, conoscere l’ambiente e stare molto attenti all’effetto – sorpresa». Quindi, durante la prestazione arbitrale bisogna chiedersi «dove sarà il prossimo problema? Cosa farò appena fermerò il gioco? Quanti calciatori potrò vedere?». Ovvero «pensare in modo strategico».
La seconda parte della riunione è stata prettamente tecnica. Con il supporto della match analysis è stata focalizzata l’attenzione sulla differenza tra Spa (interruzione di un attacco promettente) e Dogso (negare l’evidente opportunità di segnare una rete). Ermes ha così proceduto, nel concludere la lezione, ad illustrare i criteri di valutazione per entrambi, i provvedimenti tecnici e i relativi provvedimenti disciplinari.