Diverse sono state le tematiche tecniche trattate nella riunione tecnica del 20 marzo 2017, ma gli argomenti maggiormente dibattuti sono stati il DOGSO, trattasi dell’ex condotta gravemente sleale, e i gravi falli di gioco. La lezione è stata moderata dall’arbitro di Serie D Federico Longo, che ha posto in visione alla platea una serie di filmati, accuratamente selezionati e catalogati, dove richiamate le varie argomentazioni.
Si è partiti con i richiami alla Regola n. 6, “Gli altri ufficiali di gara”, soffermandosi sugli assistenti di parte, che come prevede il Regolamento devono obbligatoriamente essere presenti, a rischio di invalidità della gara. Quindi l’appello agli arbitri, ovviamente rivolto ai meno esperti, a prestare attenzione alla loro presenza e all’eventuale posizionamento errato sulla fascia di competenza.
Sono seguiti dei richiami alla Regola n. 4, “Equipaggiamento dei calciatori”, per poi procedere all’analisi dei casi di DOGSO, che come già riferito hanno impegnato gran parte della durata della riunione tecnica. A riguardo, dopo aver ribadito le significative innovazioni rispetto alla scorsa stagione, sono stati trattati i quattro criteri da tenere in considerazione per la valutazione del DOGSO stesso, che come recita il Regolamento sono: la distanza tra il punto in cui è stata commessa l’infrazione e la porta; la direzione generale dell’azione di gioco; la probabilità di mantenere o guadagnare il controllo del pallone; la posizione ed il numero dei difendenti.
Questi sono invece gli ultimi dettami del Settore Tecnico da tenere in considerazione per differenziare un DOGSO da una promettente azione d’attacco, con la conseguenza di una diversa sanzione disciplinare: qual è la distanza tra l’infrazione e la porta? Il calciatore ha il controllo del pallone? Il calciatore può ottenere il controllo del pallone? Qual è la direzione complessiva dell’azione? Quanti difendenti sono coinvolti nella situazione? Dove sono posizionati i difendenti? L’infrazione è punibile con un calcio di punizione diretto o indiretto? Se non ci fosse il fallo il calciatore avrebbe un’evidente opportunità di segnare una rete?
Visionati infine altri filmati in cui rappresentate le varie tipologie di fallo. A riguardo ricordiamo che un tackle o un contrasto che «mette in pericolo l’incolumità di un avversario o commesso con vigoria sproporzionata o brutalità deve essere sanzionato come grave fallo di gioco». Qualsiasi calciatore che, in un contrasto per il possesso del pallone, «colpisca un avversario da davanti, di lato o da dietro, utilizzando una o entrambe le gambe, con vigoria sproporzionata o che metta in pericolo l’incolumità di un avversario – recita ancora il Regolamento – si rende colpevole di un grave fallo di gioco».